martedì 11 novembre 2008

Not in my name

Sì, lo so che non dovremmo parlare di lui, che è meglio ignorarlo, ma chi l'avrebbe detto che la sua (onni)presenza nonchè le sue 'carinerie', dice lui, avrebbero portato alla nascita di qualcosa di buono?
NOT IN MY NAME ne è un esempio. Si tratta di un blog partecipativo nato per sottolineare che le esternazioni del primo ministro italiano non rappresentano il pensiero di moltissimi cittadini, di destra o di sinistra, l'ideologia politica non c'entra, solo si vuole reiterare che la figura del premier deve interpretare il pensiero di un intero popolo, non ridursi ad emettere esalazioni celebro-corporali di un singolo.
Il movimento è nato spontaneamente e naturalmente in rete (lo potremmo spostare nelle piazze, no?) e per partecipare basta inviare una foto, con nome, cognome e città di provenienza, con una scritta: "not in my name" e simili.
L'idea mi piace molto, quindi ragazzi, vi dico un'ultima cosa e vi saluto:








Aggiungo un video che calza a pennello.

sabato 8 novembre 2008

Cos'è ItaliaeTV?

Social Network dedicato alla generazione di giovani "esiliati" e/o precari. Uno sguardo propositivo da dentro e fuori l'Italia.
Per saperne di più, clicca qui.

martedì 7 ottobre 2008

Metro de Madrid, incontra.

La stazione del metro di Avenida de America è un via vai scombinato di persone impazienti. Per guadagnare quel mezzo minuto di tempo perso a cercare le chiavi di casa o il calzino sotto al letto o la maledetta lente a contatto caduta per terra, cercano il più piccolo spazio tra te e la parete del corridoio sotterraneo, cercando di scivolarci dentro, senza pensare che il volume dei loro corpi è più grande e che finiscono per spingerti o colpendoti con i loro gomiti o mani penzolanti.
La linea 4 in Avenida de America alle 9 del mattino è tutto questo moltiplicato per dieci. All’arrivo del treno le nevrosi della gente vengono fuori con prepotenza, velate dalla scusa dell’orario di lavoro che non è flessibile - arrivo tardi, non posso perdere anche questo, devo salire per forza – tu ti trovi davanti alla persona che ha appena espresso mentalmente questo desiderio e all’aprirsi delle porte vieni catapultato letteralmente e fisicamente all’interno del vagone, spinto dall’energica volontà della testa pensante dietro di te che ‘non può perdere anche questo’.
Entrando, ti aspettano occhi vomitanti che temono che il tuo non leggero corpo si fiondi su di loro e cercano invano di creare il vuoto. Oltre a te e alla testa pensante entrano altre venti persone ammucchiate, chi appiccicate al vetro delle porte, chi al palo giallo in mezzo al corridoio del vagone, chi alla spalla sinistra del tizio che legge il ‘Que’ o ‘El niño con el pijama de rayas’.
Riesci a sfruttare il momento in cui un passeggero sposta la sua valigia di metallo che lascia scoperta una parte del pavimento e con uno slancio goffo te ne appropri. L’aria diventa più leggera, respirabile, sei giusto di fronte alla ragazza seduta ed aneli di poter essere al suo posto, chissà tra quanto scende.
Di fronte la tua immagine riflessa nel vetro, madonnina che faccia bianca... tra un po’ posso anche nascondermi tutta nelle borse che ho sotto gli occhi...il giubbino nuovo di H&M è stato un buon acquisto, stamattina fa freddino. Anche se ora, fff, in metro, lo toglierei, se non fosse che non posso muovermi molto.
Il tuo sguardo torna a scendere sulla fortunata seduta di fronte a te, quasi sotto di te visto che tu sei in piedi e lei no - uffa - e slitta alla persona seduta accanto che dorme con la testa addossata al poggiamano giallo, in tinta con la sua camicia abbottonata.
Continui ad illuderti che qualcuno si alzi e riponi le tue speranze nel ragazzo vicino alla bella addormentata. Nè una mossa, sta leggendo, la testa china sul libro, cerchi di vedere cosa legge, la copertina non si vede, gli sta accarezzando le ginocchia - sarà in inglese, no, no, è castigliano – un orologio al polso della mano sinistra che sorregge il libro, un maglioncino di cotone misto lana, sembra, - effettivamente, fa freddo oggi -.
Alzi gli occhi verso il suo viso, è giovane, non arriva ai 30, l’avevi già dedotto dalle sue mani, nodose, lisce, bianche, da studente - lo zainetto da universitario lo ha lasciato a casa? Ah, no, lavora - ha una specie di ventiquattrore, ma non rigida, tra i piedi, per non farla cadere e sporcare.
Ha un’aria familiare, i capelli neri come pece, corti, sembrerebbero ricci, forse ha messo un po’ di gel, lucidi però puliti, la nuca ben rotonda ti ricorda quella di tuo fratello minore, gli occhiali dalla montatura sottile poggiati leggermente sul naso lineare, in armonia con il resto del volto, con una leggera incurvatura sul dorso, quasi inafferrabile dalla vista.
Già visto.
Gli occhiali nascondono gli occhi, non visibili vista la posizione della testa che sembra voglia entrare nelle pagine del libro. Le ciglia, quelle sì, si vedono, lunghe, scure, folte, toccano quasi le sopracciglia arcate, a formare un semicerchio. Spesse. Nere.
Dove l’ho visto?Se alzasse il capo un secondo magari lo riconoscerei meglio...alza la testa... alzala, e su! Madonna, quando se ne va ‘sta qua??
PROXIMA PARADA: PROSPERIDAD.
Gli si drizzano le orecchie e con loro tutto il capo. Mica è lui???
Torni a fissare la tua immagine sul vetro - Eh si, mi sembra di si, miiinchia, e adesso? Lo saluto?...no, magari no, ...o si? Ma che mme frega! Mmm, co’ ‘sta faccia smorta... perchè non mi alzo prima e mi trucco un po’??? eh, perchè? Perchè vado a dormire sempre tardi, ecco perchè. Ma magari non è nememno lui, a ver... - ritorni cogli occhi su di lui, fa per girarsi, di scatto torni a puntare attraverso il finestrino la tua bianca pelle illuminata dal neon del vagone.
Cacchio, è lui.
M’avrà visto? Spero di no, sennò...che figuuura. Faccio finta di niente. Poi, se vuol dirmi qualcosa, allora mi giro. Sennò aria.
Però caspita, non lo vedo da un bel po’, dal 29 giugno 2006, il giorno del mio compleanno. Lo invitai a cena, a casa mia, con tutti gli altri... NO, che dico, anche all’Orgullo Gay l’anno scorso, lo intravidi tra la folla, dove Calle Fuencarral si incrocia con Gran Via, stava con la sua fidanzata. Forse mi vide, forse no. Più probabile la seconda.
Anche in quell’occasione ti sei tirata indietro, avresti potuto andarlo a salutare e non l’hai fatto. Per timore, magari lo disturbo.
Fosse per te disturberesti tutti.
No, non è questo, è che magari, che ne so, vado lì, lui vuol stare solo con la morosa, che gli dico?Ciaaaao! Ma quanto tempo!!??
Banale, pensi, e nel mentre come fosse un movimento involontario giri la testa verso di lui che sta leggendo, non mi vede, ma ti senti rossa in viso, vuoi scomparirre - tragame tierra! – sempre la solita storia, se lo saluti e lui non ha voglia di parlare con nessuno alle 9 del mattino, tantomeno con te, fai la parte della pesante, se non lo saluti sei maleducata.
Devi solo sperare che lui sia talmente preso dalla sua lettura che starà leggendo? – che non si accorga della tua presenza. Non sarebbe neanche tanto difficile, pensi, viva l’autoestima.
Si aprono le porte e la ragazza seduta davanti a te s’alza di colpo, il cuore sussulta, finalmente se ne va, mi nascondo dietro la bella addormentata.
Ti siedi e mentalmente fai un sospiro di sollievo, ti giri verso destra e non lo vedi, la ragazza appisolata lo copre totalmente e di conseguenza lui non vede te. Sei tranquilla, ti prendi la libertà di cercarlo nel riflesso del finestrino di fronte, magari da questa prospettiva finalmente puoi vedere che non è lui e puoi dormire tranquilla durante il tragitto. Non riesci nell’intento, la persona che gli sta di fronte in piedi lo copre. Mortacci... Tiri un po’ indietro la testa per vederlo da dietro, piano, senza che se ne accorga, con disinvoltura, come se stessi guardando fuori anche se non c’è altro che la caverna scura della metropolitana, niente di interessante insomma.
La nuca arrotondata, è la sua, son sicura.
Le porte si aprono ad Alonso XIII, la gente scende e la bella addormentata si sveglia e esce di corsa.
La barriera umana che proteggeva la tua identità se n’era appena andata. Inizi a fingere di dormire, come fai sempre che incontri qualcuno in metro che non hai voglia di salutare, soprattutto la mattina, que no soy persona, ma non è questo il caso.
Vorresti salutarlo, ma non vuoi essere tu la prima a farlo. Vorresti che fosse lui percorrere tutto il processo mentale appena intrapreso da te e scoprire la matta voglia di dirti, Hola Marina, eres tú? Tu faresti la faccia sorpresa, tireresti fuori il tuo sorriso più smagliante, lo guarderesti negli occhi per poi scendere sulle sue carnose labbra e con finto stupore avvicineresti la tua mano alla sua spalla per poi sporgerti con tutto il corpo verso di lui. Hola q tal?? Bacio guancia sinistra, bacio guancia destra, alla spagnola.
Avenida de la Paz. Apri gli occhi per scorgere se ha alzato lo sguardo. No. Continua a leggere. Meglio così. Per sicurezza, richiudi gli occhi. Senti che qualcuno si siede sul posto vuoto tra te e lui. Meno male. Pericolo scampato.
Ti viene in mente una fredda notte d’inverno inglese, la festa in casa è a base di musica, alcool e chiacchiere in tante lingue. Tu sei un po’ brilla e quello che ti piace fa lo scemo con una sua amica. In piena fase depressiva ingrandita dal rum e cola che hai in corpo, esci fuori a prendere aria. Ti appoggi ad una specie di pozzo, non era un pozzo, un muretto forse. Lo vedi uscire e venire verso di te. Si siede sul muretto accanto a te e ti chiede come va con un buon inglese. Così, così. Un po’ giù.
Lo conosci da due giorni, è venuto a trovare un amico e vi siete visti la prima volta in un cluster, davanti ad un computer. Es un crack, ti aveva detto l’amico, come biglietto da visita. Tu ci credi, perchè no? In comune avevate uno scambio di parole, una cena, un botellon e una gita fuori porta. Nulla di più. E perchè si preoccupa per me? Mi ha vista allontanarmi dalla festa spenta, mogia, e mi viene a chiedere come sto? Penso subito al secondo fine. Ma sono persa per un altro, e lo sa. Stiamo lì a chiacchierare un po’ sulle disavventure mie ed in generale. La vita è cosi, mi dice, tutti passano dei momentacci, o qualcosa del genere. Fa freddo. Decido di rientrare, non voglio dare l’impressione di starci. Non ne ho voglia. Stanotte no.
A Canillas è ancora seduto, dove scenderà? Non andrà dove vado io! Spero.
Continui a fingere ma ormai è chiaro che lui non ti ha visto o non vuole vederti o riconoscerti.
Mar de Cristal. Scende. Cambia linea o va all’aeroporto? Non lo saprai mai. Ti mangi le mani, alla fine non l’hai salutato. Pensi che potrebbe essere l’ultima volta che lo vedi. Le porte si chiudono. Non ti giri per spiarlo dal finestrino. Con un altro l’avresti fatto. Il treno riparte. È andato. Un’altra occasione persa, da aggiungere alla lista dei rincontri mancati e degli scontri con il passato. Non cambierai mai, vero?

venerdì 18 luglio 2008

sabato 12 luglio 2008

the truman show


spero che nessuno stia spiandomi attraverso qualche telecamera nascosta dietro il divano, o nell'angolo del salone sopra la credenza o, peggio, nel bagno, ne morirei.
alla tele danno il film con jim carrey e io qui sul divano. le lasagne erano buone. le ho fatte io. non con la sfoglia fresca che compri alle 10 del mattino, fatta solo poche ore prima, né con il ragù fatto a casa con i pomodori freschi appena raccolti dall'orto e messi a cuocere a fuoco lento, lentissimo, però la besciamella sì, l'ho fatta io. da sola.
nonostante gli ingredienti non erano freschissimi nè di primissima qualità, le lasagne erano buone.
devo andare in centro, fare un po' di spese, comprare una maglietta, un paio di scarpe, infradito, poi la crema per i capelli, i cotton fioc, adesso che ci penso anche il bagnoschiuma sta per terminare.
la vita di truman è molto triste, manipulata da altri, non decide mai cosa fare nè dove andare.
a volte credo di essere nella sua stessa situazione, non che non sia convinta che ogni vita sia influenzata da mille altre vite e circostanze, dico solo che non riesco a decidere per la mia, alzarmi la mattina e dare un taglio, svoltare, e la cosa più assurda è che non ho niente e nessuno che me lo impedisca, io sono il mio limite. faccio tutto da sola.
nei rapporti con le persone dico sempre che l'inerzia non è il mio forte, ma quando si tratta di me come individuo particolare, allora si che la routine prende il sopravvento.
sono un'inquieta dall'animo paralizzato.

a.a.a. cercasi dopamina.

lunedì 2 giugno 2008

L'Antitrust lo sa?

Madrid, 28 de Mayo de 2008


Vodafone España, S.A.
Telefonica Moviles Espana S.A.U.
Federación Unión de Consumidores Europeos, Euroconsumo
Unión de Consumidores de España. UCE
AUC - Asociación de Usuarios de la Comunicación
Oficina de Atención al Usuario de Telecomunicaciones
Euroconsumer Bureau S.L.

Respetados Señores,

motiva la presente mi descontento con el servicio de Atención al Cliente de Vodafone (teléfono 607123000), que se me plantea, ante un error suyo, tras cancelar la solicitud de portabilidad de mi nº Vodafone hacia Movistar.

El día 13 de mayo me contactaron desde Movistar (¿por qué tienen mi número de móvil Vodafone?) ofreciéndome una serie de promociones si aceptaba pasar a Movistar contratando la portabilidad del numero (6*********0), contrato Tiempo Libre con permanencia a 18 meses, además de la tarifa Juntos para llamadas hacia Italia añadiendo 1 euro más, la posibilidad de elegir un móvil nuevo por solo 9 euros más, y que me lo enviarían directamente a mi domicilio. Acordamos el pedido de solicitud de portabilidad (nº 3362755) después de que la teleoperadora me aseguró que aunque yo tenía contrato de permanencia con Vodafone desde 22 de Junio 2007 hasta Diciembre 2008, no habría tenido que pagar el total de la multa por romper dicho contrato sino la parte proporcional a los meses que faltaban (7) -como mucho 30 o 40 Euros, según el nuevo decreto del Marzo 2007 que regula estos asuntos. Pregunté también si tenía que avisar a Vodafone de este cambio y me dijeron que no era necesario.

Al día siguiente, 14 de mayo 2008, me contactan desde el Departamento de Portabilidad de Vodafone preguntándome si es cierto el pedido de portabilidad hacia Movistar y si quería proseguir con dicha solicitud. Antes de aprobar el pedido y finalizarlo quise comprobar la exactitud de las afirmaciones de la teleoperadora de Movistar y lo que me dijo la administrativa de Vodafone fue que eso era incorrecto por que la sanción no era proporcional a los meses que faltaban para cumplir la permanencia sino que se habría computado por bloques de 6 meses: habiendo cumplido un solo bloque (faltaba un mes para cumplir con el segundo bloque) habría tenido que pagar 80 Euros de sanción. Madurando la opinión de que ese importe era demasiado alto para mí y no era conforme con cuanto había concertado con Movistar, decidí cancelar la solicitud de portabilidad hacia Movistar. La administrativa de Vodafone me dijo que sólo necesitaba un fax al nº 607131935 con mi nombre y apellido, mi nº de documento de identidad, mi declaración de cancelar la portabilidad de mi nº móvil hacia Movistar y mi firma, nada más. También me dijo que no tenía que informar nadie más y que tendría un descuento del 30% en las facturas por los siguientes 3 meses.

Envié el fax con fecha 14.05.2008, hora 10:52 con velocidad de transmisión de 04 segundos, estado OK y con eso cancelé mi solicitud de portabilidad.

Hace unos 10 días me llamaron al móvil los del servicio de envío para avisarme que había un paquete para mí, que estaban en mi domicilio y que tenia que pagar 9 euros; me acordé del compromiso (ya cancelado) con Movistar y le dije que ya no quería el móvil y que lo devolviera a Movistar.

El lunes por la mañana, 26.05.2008, como no había señal de cobertura, apagué el móvil y no se volvió a encender.

Ayer 27.05.2008 fui a la tienda Vodafone en C/ Goya (cerca del metro Velázquez, Madrid) y la dependienta que me atendió primero me dijo que se había roto el botoncito de encendido; al pedir soporte técnico me dijo que no podía porque no era cliente Vodafone.

Con estupor conocí en ese momento que mi cancelación de portabilidad no había sido procesada y que para entonces Vodafone ya no era mi compañía de telefonía móvil. La dependienta me dejó llamar al nº de atención al cliente desde la tienda visto que ya no tenia ni móvil ni número desde el que llamar, y hable con 2 personas diferentes y después de unos 5-10 minutos de espera me colgaron el teléfono. Pedí ayuda a la dependienta y me dijo que lo único que podía hacer era llamar el nº de atención al cliente y verificar con ellos.

Hoy realicé el reclamo telefónico al nº 607123000 de Vodafone y hablé con 7 (creo) personas diferentes y con 2 personas de Movistar llamando al 1485 desde las 9:30 hasta las 11:30 y la conclusión es la siguiente:

Actualmente soy cliente Movistar sin móvil, ni numero activo y sin querer;

Ante mi reclamo la Sra. Ana del Departamento de Portabilidad de Vodafone me dijo que consta la llamada a Vodafone con fecha 14 de mayo 2008 pero el nº 607131935 del Departamento no ha recibido mi fax (tengo el papel de Registro de transmisión del fax, con fecha, hora, velocidad de transmisión y estado OK de envío);

Siendo cliente Movistar, Vodafone se ha olvidado de su ex cliente y lo único que me pueden decir es que llame a Movistar cuando el error se cometió el 14.05.2008 al no recibir mi fax (en esa fecha yo era cliente Vodafone, no Movistar): no es mi fallo si la maquina del fax del departamento de Portabilidad de Vodafone no funcionó; yo seguí las instrucciones paso a paso para cancelar la portabilidad y con eso tenia que ser suficiente; al no recibir mi fax habrían tenido que volverme a llamar para verificar la razón;

Para volver a ser Vodafone tengo que pedir otra portabilidad desde Movistar y contratar otros 18 meses de permanencia cuando ya había cumplido con 11 y solo me faltaban 7;

Habiendo interrumpido la primera permanencia empezada en el junio 2007 tengo que pagar una sanción de 80 Euros a Vodafone;

He perdido mis casi 1000 puntos Vodafone, mi 30% de descuento durante 3 meses en las facturas Vodafone prometido al cancelar la portabilidad y mas de 2 horas al teléfono con atención al cliente de Vodafone y de Movistar y tuve que aguantar, encima, que una administrativa (la séptima y ultima persona con la que hablé) del dicho Departamento de Portabilidad me dijo que no podía estar toda la mañana hablando conmigo cuando yo estuve 2 horas enteras llamando a números Vodafone y Movistar para entender lo sucedido.

Lamentablemente no puedo aceptar un tratamiento de este tipo desde lo que llaman 'Atención al cliente' de una multinacional como Vodafone con la experiencia que tiene en el sector de telefonía móvil y de trato con sus miles de clientes; tal descarga de responsabilidades de parte de Vodafone es inadecuada visto que es la que causó mi traspaso a Movistar y que yo había pedido cancelar.

Como consumidora que siempre ha observado los pagos de las facturas Vodafone (nunca he estado morosa y no es mi intención llegar a serlo ahora) y que ha cumplido con las normas y las instrucciones para cancelar el pedido me siento defraudada y creo que mis derechos de consumidora han sido obviados.

Por mi parte no tengo intención alguna de pagar la sanción de 80 Euros hacia Vodafone, y pido, al contrario que me sean restablecidas las condiciones anteriores al 26 de Mayo 2008:

·Volver a activar el contrato Vodafone empezado el 22 de Junio de 2007 hasta el 22 de diciembre de 2008 o, si eso no puede ser, empezar otro contrato SIN COMPROMISO DE PERMANENCIA;

· Volver a tener mis puntos Vodafone (casi 1000);

· Ver cumplida la promesa del 30% de descuento en las facturas de Junio, Julio y Agosto prometida al cancelar la portabilidad;

· Anular la supuesta sanción de los 80 Euros por haber roto la permanencia de 18 meses.

Agradezco que este asunto sea evaluado, considerando que mi condición actual es la de estar imposibilitada para comunicarme con mi número móvil y todo lo que es hoy en dia de ello consecuencia.

Espero contar con Vuestro respaldo y que puedan darme una solución a este inconveniente.

Con el fin de facilitarles mi único sistema de comunicación, les adjunto la dirección de correo electrónico personal de que dispongo: m****@*****.com.

Les adjunto también el Registro de Transmisión del fax como prueba de mis argumentos.

Podeis comprobar que este juego del fax que no funciona no lo hicieron solo a mi; mirad este enlace:

http://www.derecho.com/Foros/UBBControl/Forum2/HTML/003471.html

Atentamente,

Marina G*******

C/ Cruz ******,
28007 Madrid
NIE X*******C
Nº moviles italianos
+39.333.*** ** **
+39.328.*** ** **

lunedì 28 aprile 2008

Per uno Stato laico


Sono in Italia da 4 giorni e sento di nuovo il bisogno di scrivere, di esprimermi e di agire; fatelo anche voi: firmate.

venerdì 21 marzo 2008

Venerdì santo


La qualità è pessima, lo so, e a volte fa venire il mal di testa o il voltastomaco, dipende. Va aggiunta introduzione e crediti, ma l'ho montato a lavoro e il capo andava e veniva.
Bueno, a mi me mola.


Buona Pasqua.

domenica 24 febbraio 2008

Me haces bien

Quanto devo aspettare ancora perchè qualcuno me lo torni a dire?

Para contarte, canto
Quiero que sepas
Cuánto me haces bien
Me haces bien
Me haces bien
Te quiero de mil modos
Te quiero sobre todo
Me haces bien
Me haces bien
Me haces bien
Basta ver el reflejo de tus ojos en los míos
Como se lleva el frío
Para entender
Que el corazón no miente

Que afortunadamente
Me haces bien
Me haces bien
Me haces bien

Jorge Drexler

venerdì 8 febbraio 2008

I want some more 'shits' to cover myself

Mi fa sempre bene ricordare la ormai celebre frase un mio amico che ospite in casa di un a sua volta amico di Oford (o era Brighton?) chiede cortesemente delle lenzuola. Si sa che la pronuncia in inglese molte volte viene lasciata da parte, l’importante è comunicare, farsi capire, bla bla bla ma in certi casi mantenere la lunghezza di una vocale pronunciandola è fondamentale. Sì perché un conto è dire sheet /∫i:t/ e un altro è dire shit /∫It/.

E quando la frase è: “I want some sheets to cover myself” e il tuo interlocutore capisce shit a causa della parola chiave mal pronunciata, allora la risata nasce spontanea.

Poi ti fermi, ci pensi su e realizzi che tanto noi italiani ci siamo abituati: ci tirano merda addosso sempre e di merdate e porcate ne facciamo tante:

sabato 12 gennaio 2008

Elucubrazioni della Madrid pija

Ieri sera ho conosciuto un ragazzo di Granada, se non erro, che vorrebbe essere James Bond e italiano allo stesso tempo. Non la versione italiana di James Bond nè un mix, semplicemente essere entrambi e basta. Avrei voluto chiedergli la connessione tra le due entità desiderate ma sono scoppiata a ridere per la serietà con cui ha svelato il suo segreto e non mi sono più ripresa. Se qualcuno riesce a scoprirlo o già lo sa, è pregato di lasciare un commento.

Il mio è NO COMMENT.

Ah, se passate per Castellana Ocho e Fortuny e avete meno di 30 anni, evitateli.

Stasera pizza, conviene no?