mercoledì 29 settembre 2010

Define: moco

Sono esattamente, fatemele contare, 1 + 24 + 24 + 2 = 51 ore che non esco di casa, 2 che non faccio pipì, 3 che non mangio, 5 che non mi soffio il naso, 25 minuti che non starnutisco, 10 minuti che non mi cola il naso. L’influenza è una brutta bestia. Soprattutto se la media degli starnuti è di 5 in un’ora. Per non parlare del mal di ossa, che aumenta proporzionalmente al tempo passato a letto. Riposa, non t’affaticare. Balle. Sei più stanco di prima, tutta la parte superiore della schiena viene indolenzita dall’appoggiarti al materasso, , lo stesso materasso che quando l’hai comprato mesi prima hai gridato “Figo! Un materasso da paura a questo prezzo! Folle!” invece non c’avevi capito un cazzo e ora ti ritrovi con gli acciacchi di una settantenne.

In compenso a forza di starnutire e tossire e tossire starnutire hai sviluppato addominali da far invidia a .... nessuno, ti fan solo male quando ridi e muovi il diaframma. Domani sali sulla bilancia e vedi quanti chili ha perso mangiando gazpacho, promesso?

Quanto è patetico andare indietro nello storico del facebook e cercare canzoni che contengano il suo nome nello spotify?

Perché mi faccio tutte queste domande e non mi do mai delle risposte?

Merda, che pesante che sono stasera. Domani sarà un giorno migliore, vero Cremonini?

Ah, e non è vero che se scrivi pornografia, free sex e lady gaga aumenti le entrate nel blog. Forse dovrei inserirli anche nei tag? Proviamo 2.

venerdì 24 settembre 2010

Don’t trust anybody

Solo ora capisco perché poeti, cantanti, scrittori, artisti in generale raggiungono l'apice creativo delle loro produzioni in momenti di 'grossa crisi', lasciatemela chiamare così. Se sei contento o felice - beato te e dimmi dov'è il libretto delle istruzioni - vivi la tua vita, ti godi le gioie che ti da e non ti fermi a pensare perché tutto è bello, stupendo e meraviglioso. Se sei giù di morale, triste, malinconico, deluso, insofferente, incazzato e non stai bene, allora sí, Ti fermi, fai un passo indietro, o due, o ti rimetti all’inizio della strada, ti siedi o si lasci cadere, ti stendi a terra, la testa sul marciapiede, le braccia aperte e le gambe anche, la testa in su, chiudi gli occhi e ti vien da piangere.
E piangi. Le lacrime sono correnti salate fatte di ansia, paura, impotenza, aspettative negate, e scorrono giù nella testa, le senti entrare tra i capelli - toc, toc, posso? - inizi a singhiozzare, ti manca il respiro, ti scende il mocciolo nel cervello mentre tiri sú, ma non riesci a smettere, e gi`con lacrime e singhiozzi, resti lí disteso, qualcuno si affaccia, nessuno ti tocca, nessuno che viene a raccoglierti da terra, ti passano affianco, sbirciano, il pù insolente ti scavalca, ti ride addosso, il compare se la ride, ah ah ah, ti fa l’occhiolino e ti sputa sul collo. Bisogna sempre avere un pacchetto di fazzoletti in borsa, dicono. Hanno ragione.
La gente si sparpaglia, ormai non sei più un oggetto morboso, la loro vista si è abituata alla tua presenza, al tuo corpo lacrimevole.
Ti coglie di sorpresa quel braccio. Lo vedi allungarsi verso di te, il palmo della mano aperto, le dita lueghe e bitorsolute. Tu non fai una mossa. Ne hai visti tante di braccia avvicinarsi per poi ritraersi. Ormai vuoi solo disperarti piangere. Frega un cazzo. Non vuoi più nessuno che ti compianga, ti basti da solo. Sei patetico. Ma guardati, pieno di lacrime di piombo che ti attraggono al cemento. Non t’importa, ormai hai creato il tuo spazio, l’hai picchettato, c’hai pisciato tutt’attorno, non si può più uscire. Né entrare. Non lasciar entrare nessuno. Non lasciar che nessuno allunghi il suo braccio. Non fidarti né affidarti. Ci sei solo tu, e quello che non sei piú.
A questo punto nel tuo eremo, solo come un cane, salta fuori la parte umana del desiderio di comunicare e condividere questo stato di frustrazione cosmica che hai dentro e fuori, ma non c’è un cane a cui parlare. Non capirebbero, tirerebbero via il braccio, son tutti idioti, figurati se racconto i cazzi miei a quelli lá. É cosí che compri un diario, un cuaderno, apri un blog, e ci schiaffi tutta la tua merda. A volte ne escono fuori dei capolavori, altre delle cagate immense come questa.
Mi han detto che se scrivo pornografia, sesso e calcio aumento i visitatori del blog.
Facciamo una prova.

venerdì 17 settembre 2010

Scuse

Che diamine ci vai a fare a vivere a La Latina se poi non ne hai mezza di uscire a fare quattro passi e godertela in una fresca serata come questa di oggi?
Ah già, dovevi riordinare la stanza, sistemare il salone, fare il cambio stagione - mai fatto in vita tua - e altre mille faccende, chiamate anche scuse.
In cambio hai scaricato una canzone gratuita da LastFM dei Nine Inch Nails, la stai ascoltando su iTunes e dopo averla ascoltata hai ordinato la biblioteca in ordine di genere musicale, che non combacia quasi mai con quello reale (dovrebbero ampliare/aggiornare le casistiche) e ti metti ad ascoltare la tua musica con questo splendido criterio, che se vuoi è anche molto random visto che per iTunes i Baustelle fanno musica alternativa tanto quanto Beck. Tutto quanto non rientra nei canoni impostati per iTunes è alternativo. Alternativo a tutto il resto. Bon.
Ti sei mangiata due yogurt activia bifidus ai cereali anche se caghi da dio ma chissene. Son buoni. L'opzione Genius è una genialata invece, giustamente, sennò le avrebbero messo un altro nome.
Come non detto: iTunes dejó de funcionar.

Ci sono voluti due sconosciuti a farmi tornar la voglia di scrivere. Grazie. Ve ne pentirete presto ed amaramente.