sabato 6 ottobre 2007

Twitter mania

Così la chiamano. E realmente lo è. E parlo per esperienza personale.
Scoprì questa social network casualmente, decidendo di aggiungere un ex collega (neanche tanto) di lavoro tra i miei contatti Messenger, cliccando poi sul link del suo blog e infine leggendo nella colonnina di destra un badge (si tratta di un piccolo banner o riquadro que si incorpora ai blog e permette di visualizzare aggiornamenti, per esempio di Flickr, come quello che ho io a destra) dallo sfondo verde e con su scritto quello che Guido stava facendo in quell’istante o aveva appena fatto o fece una o due settimane fa.

Avendo il dito impulsivo come dice un altro collega di lavoro non potevo far altro che premere il tasto sinistro del mouse ed entrare in un tunnel dal quale non credo uscirò molto presto.

Basta iscriversi e si ha a disposizione 140 caratteri che puoi usare per scrivere ciò che vuoi.

Naturalmente se poi nessuno li legge non ha più molto senso perchè poi alla fine non altro che un mezzo per comunicare.

Va bene che comunicare con sè stessi è importante e che a volte ce n’è più bisogno di quanto uno creda, però questa è un’altra storia su cui scriverò in un secondo tempo.

Dicevo che i tuoi micropost possono essere letti da altri utenti che possono o no essere iscritti a Twitter e tu stesso puoi quindi leggere quelli degli altri.

Gli altri possono essere i tuoi amici, conoscenti o semplicemente gente che incontri in rete, che non conosci per niente, ma che alla fine termini per conoscere e seguire in tutti i loro spostamenti.

Sì, perché Twitter ha vari supporti da cui puoi scrivere e inviare i messaggi, dal Messenger al cellulare, giusto per citarne un paio e puoi quindi aggiornare coloro che ti seguono e ricevono notifiche ogni volta che scrivi un messaggio.

Ed è totalmente gratis.

Immagina che i tuoi amici vicini e lontani si iscrivessero a Twitter e tutti attivassero la ricezione de vostri rispettivi cinguettii (Twitter in italiano significa appunto cinguettare, cinguettio) via cellulare, ricevereste aggiornamenti su cosa dicono, pensano o fanno in quel preciso istante, senza dover inviare nessun sms e senza spendere una lira.

In Spagna è usato da molti utenti, 1219 nel maggio 2007 secondo una pubblicazione sulla twitosfera e alcuni di loro hanno organizzato anche un incontro twittero lo scorso 2 di ottobre dalla cyberlife alla real life y fué todo un exito.

In Italia gli utenti in quello stesso periodo erano molti meno, solo 706 secondo la stessa fonte tenendo in conto che la Spagna conta 44 milioni di abitanti mentre in Italia siamo quasi 59 milioni, possiamo concludere che il fenomeno è molto più esteso nella penisola iberica che nel bel paese.

Di seguito un video molto più sintetico delle mie 468 parole (le ho contate, sì, sì, una ad una):


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